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lunedì, maggio 24, 2004
...cannes 2004...
faith no moore;
per quanto ve ne possa fregare
a me il francesissimo premio dato a Michael Moore a Cannes
mi riempe di tristezza.
Il suo film 'clava' mi sembra una perfetta operazione di marketing dell'industra dello spettacolo.
«La Disney non è riuscita a censurare il film di Moore - ha osservato ieri il New York Times - ma è riuscita a ingigantire la sua statura di provocatore e di genio dell'auto-promozione».
Dove sono i nuovi 'Rosetta','Film blu','Elephant', 'Pulp fiction'...
Verrà il giorno in cui i furbi
anche se di sinistra verranno 'sgamati'
in tempo prima che la demagogia anti-bush
non prenda il sopravvento.
E' vero non dovrei giudicare il film prima di vederlo
come dice mio fratello figlio unico, ma avrei preferito che l'intellettuale antagonista Moore si fosse limitato alle invettive e agli attacchi senza per forza dover passare alla cassa...
Tarantino ha trovato il documentario politico toccante, vedremo...
Ma in tempo di guerra i peggiori vizi prendono il sopravvento.
A scanso di equivoci ribadisco con forza il mio desiderio di pace, ma non posso che notare l'elevato livello di ipocrisia di queste operazioni cinematografiche.
I prigionieri umiliati di Abu Ghraib sono i nuovi protagonisti di questa Arancia Meccanica mediatica.
Contro corrente, mi sento di dire, che mi fanno più pena le truppe nell'inferno iracheno che i registi in limousine censurati in patria.
Fahrenheit 9/11
la temperatura in cui la libertà brucia
(The essential disturbance: did Rumsfeld's orders lead to the abuse at Abu Ghraib?)
? anKor at : 09:29:00
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