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martedì, marzo 02, 2004
...Genova Luglio 2001... nessuna uscita piazza Alimonda;
 c'è una canzone che passa in questi giorni gira nelle case dell'antagonismo, commuove con pelle d'oca d'ordinanza Francesco che parla di quella piazza, il sangue sull'asfalto che lentamente ci viene alla mente, la polizia, scajola, lo stato, e la loro democrazia. Giovedì pomeriggio all'Askatasuna Torinese gli ultimi dettagli per conoscere l'orario dei treni speciali, la voglia di partcipare, gli striscioni per terra, spray rossi appoggiati alle pareti. Venerdì mattina rinuncio a partire, sms di forfait, il borsone che rimane sotto il letto, la rivoluzione oggi farà a meno di me niente sveglia all'alba troppo sonno sguaiatamente alcoolico, la nicotina con il suo mantello di mal di testa...
Passano le ore e quando chiamo Ale poche parole sento la sua tensione, le lacrime, il dramma tutto quello che pensavamo possibile solo in Argentina eccolo da noi ben assestato in una Genova assediata militarizzata. La manifestazione che degenera nel caos, nel fuggi-fuggi generale tu non puoi immaginare un imponente dimostrazione di pace che diviene incubo il nostro incubo e poco dopo tre spari a breve distanza,
il movimento colpito al cuore
con l'astuta geometria deviata
Carlo punkabbestia che giace a terra senza vita
al supermercato sotto casa vostra canale televisivo rete quattro se la sono cercati avevano solo da non andarci
ma è questa la vostra idea di democrazia?
Prima lezione di sociologia dell'organizzazione il concetto di partecipazione attiva il diritto sostanziale, prendiamo appunti decidiamo dove andare a comprare le farinata a mezzo giorno a pochi passi da palazzo nuovo i cartelloni giurano vendetta nessuna uscita
che tristezza
fratelli d'Italia giovani inquieti da addomesticare fregare malmenare infamare insultare Alessandra che piange a pochi giorni di distanza dall'orale di pedagogia sociale, genitori con il manifesto sul davanzale, l'avvelenata di Guccini e le foto ingiallite di Berlinguer anni settanta.
Noi che non c'eravamo noi che siamo rimasti attoniti impotenti davanti allo schermo davanti a quelle cammionette vigliaccamente assediate, i black block nella parte dei buffoni di corte, i poliziotti che sorridono mansueti partono le cariche altrettanto infime chirurgiche senza pietà nelle vie più periferiche sangue e urla la caccia all'uomo tutto diventa bolgia. Intanto la televisione ha il volto rassicurante e piacevole dell'avvoltoio mediatico...
Alessandra che fa la fine del topo, l'unica colpa è di aver preso quel treno del csa, i compagni che battono le mani sui djambè afro, odore acre di marjuana bella ciao e tutto il resto ora solo silenzio mentre alcuni autonomi vengono invitati gentilmente al bolzaneto la notte delle matite spezzate a pochi kilometri da noi. Siamo in italia e a pagare c'è sempre e solo la povera gente...
A poca distanza da quelle urla strozzate in gola, la manifestazione che non ha torto che non ha ragione.
Alessandra la sua lotta finita mestamente in una giornata assolata a pochi passi dai quei quartieri dove il sole del buon Dio non da i suoi raggi.
la sensazione di un secco colpo di grazia che ci ha aperto gli occhi
dopo quei giorni resta, amara e indelebile, la traccia aperta di una ferita.
La libertà che appare azzurra, inquinata e sporca come il mare di Genova.
(The essential disturbance: F.G. - piazza Alimonda)
(The essential disturbance: garage bolzaneto olimpo)
(The essential disturbance: bolzaneto - testimonianze)
massi
? anKor at : 16:26:00
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