Tank Girl by Jamie Hewlett
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  • lunedì, giugno 30, 2008


    ...dpp...
    non pervenuta;
    scalcia
    scalcia
    la mia piccola figlia...
    ogni tanto è intermittente
    con il suo sighiozzo regolare...
    ancora non nasce
    la DPP
    è il 4 luglio
    venerdì prossimo...
    tanta tensione, ma anche una voglia matta di vederla...
    ormai ci stiamo sbilanciando,
    la scaramanzia è andata a farsi benedire...
    'best times have to come'
    come cantavano i manic street preachers...
    in fondo ce la maritiamo tutta la gioia
    che deve venire...
    la notte prima del 4 luglio
    cambia la luna...
    sembra un giorno propizio
    per l'arrivo di Elisa...
    siamo impazienti
    di vederti
    non si vede!?


    Come ti sei sentita quando hai visto il bambino?
    ELISA: “Senza parole.”
    SASKIA: “Pensavo che sarei stata più emotiva, ero contentissima ma non realizzavo veramente, infatti le lacrime sono arrivate dopo.”

    (The essential disturbance: il-parto-la-nascita)
    ? anKor at : 08:27:00 0 Commenti

    domenica, giugno 29, 2008


    ...calcio...
    lì nel mezzo;
    ...altro che Lampard! Fabregas e Arshavin starebbero così bene nel centrocampo neroblu!
    (The essential disturbance: arshavin.shtml)
    ? anKor at : 23:50:00 0 Commenti

    mercoledì, giugno 25, 2008


    ...dpp...
    forse;
    ho timore e consapevolezza
    sul fatto che non potrò fare molto
    per alleviare il dolore del parto di mia moglie...
    è vero ci son passate tutte le mamme, ma è più forte di me!!!
    Ho rabbia aziendale perchè ho perso il 50% del corso pre parto per le mie installazioni sul db di un'azienda di Milano...
    mi tremano i polsi per la responsabilità,
    sarò davvero un buon padre per Elisa?
    non penso ad altro che alla nuova arrivata, questo è normale, ma tutte il resto è noia...
    è come se fossi seduto a porta nuova ad aspettare un treno improvviso, il display annuncia solo che arriverà (forse) il 4 luglio, vedo passare altri treni, ma non me ne curo affatto...

    (The essential disturbance: nanna.istruzioni-per-luso)
    ? anKor at : 08:47:00 0 Commenti

    lunedì, giugno 23, 2008


    ...gomorra...
    don't sleep till Secondigliano
    sto leggendo gomorra,
    forse sono giovane italiano a farlo,
    non importa...
    Saviano è un grande
    stramerita tutto il successo che ha...
    leggerlo è molto importante,
    rende lampante quanto siamo un paese sudamericano
    siamo la Colombia d'Europa
    qualsiasi cazzo di governo
    non ha fatto,
    non sta fecendo
    e non farà mai niente
    contro 'o sistema...
    ci rimane la nostra rabbia,
    un piccolo gruppo di poliziotti a mille euro al mese
    e la forza del nostro dissenso culturale...
    fra poche settimane mi nasce una figlia,
    quanto vorrei
    non rischiasse un giorno
    lo stesso destino
    di Gelsomina Verde
    vittima innocente
    della faida tra i Di Lauro e gli scissionisti
    a Secondigliano

    (The essential disturbance: robertosaviano, verso di te tutta la nostra stima...)
    ? anKor at : 19:38:00 0 Commenti

    domenica, giugno 22, 2008


    ...o'sistema...
    Gomorra - Saviano;
    FIL29675Io so e ho le prove. Io so come hanno origine le economie e dove prendono l'odore. L'odore dell'affermazione e della vittoria. Io so cosa trasuda il profitto. Io so. E la verità della parola non fa prigionieri perché tutto divora e di tutto fa prova. E non deve trascinare controprove e imbastire istruttorie. Osserva, soppesa, guarda, ascolta. Sa. Non condanna in nessun gabbio e i testimoni non ritrattano. Nessuno si pente. Io so e ho le prove. Io so dove le pagine dei manuali d'economia si dileguano mutando i loro frattali in materia, cose, ferro, tempo e contratti. Io so. Le prove non sono nascoste in nessuna pen-drive celata in buche sotto terra. Non ho video compromettenti in garage nascosti in inaccessibili paesi di montagna. Né possiedo documenti ciclostilati dei servizi segreti. Le prove sono inconfutabili perché parziali, riprese con le iridi, raccontate con le parole e temprate con le emozioni rimbalzate su ferri e legni. Io vedo, trasento, guardo, parlo, e così testimonio, brutta parola che ancora può valere quando sussurra: "È falso" all'orecchio di chi ascolta le cantilene a rima baciata dei meccanismi di potere. La verità è parziale, in fondo se fosse riducibile a formula oggettiva sarebbe chimica. Io so e ho le prove. E quindi racconto. Di queste verità. Cerco sempre di calmare quest'ansia che mi prende ogni volta che cammino, ogni volta che salgo scale, prendo ascensori, quando struscio le suole su zerbini e supero soglie. Non posso fermare un rimuginio d'anima perenne su come sono stati costruiti palazzi e case. E se poi ho qualcuno a portata di parola riesco con difficoltà a trattenermi dal raccontare come si tirano su piani e balconi sino al tetto. Non è un senso di colpa universale che mi pervade, né un riscatto morale verso chi è stato cassato dalla memoria storica. Piuttosto cerco di dismettere quel meccanismo brechtiano che invece ho connaturato, di pensare alle mani e ai piedi della storia. Insomma più alle ciotole perennemente vuote che portarono alla presa della Bastiglia che ai proclami della Gironda e dei Giacobini. Non riesco a non pensarci. Ho sempre questo vizio. Come qualcuno che guardando Vermeer pensasse a chi ha mescolato i colori, tirato la tela coi legni, assemblato gli orecchini di perle, piuttosto che contemplare il ritratto. Una vera perversione. Non riesco proprio a scordarmi come funziona il ciclo del cemento quando vedo una rampa di scale, e non mi distrae da come si mettono in torre le impalcature il vedere una verticale di finestre. Non riesco a far finta di nulla. Non riesco proprio a vedere solo il parato e penso alla malta e alla cazzuola. Sarà forse che chi nasce in certi meridiani ha rapporto con alcune sostanze in modo singolare, unico. Non tutta la materia viene recepita allo stesso modo in ogni luogo. Credo che in Qatar l'odore di petrolio e benzina rimandi a sensazioni e sapori che sanno di residenze immense, occhiali da sole e limousine. Lo stesso odore acido del carbonfossile, a Minsk, credo rimandi a facce scure, fughe di gas, e città affumicate mentre in Belgio rimanda all'odore d'aglio degli italiani e alla cipolla dei magh-rebini. Lo stesso accade col cemento per l'Italia, per il mezzogiorno. Il cemento. Petrolio del sud. Tutto nasce dal cemento. Non esiste impero economico nato nel mezzogiorno che non veda il passaggio nelle costruzioni: gare d'appalto, appalti, cave, cemento, inerti, malta, mattoni, impalcature, operai. L'armamentario dell'imprenditore italiano è questo. L'imprenditore italiano che non ha i piedi del suo impero nel cemento non ha speranza alcuna. È il mestiere più semplice per far soldi nel più breve tempo possibile, conquistare fiducia, assumere persone nel tempo adatto di un'elezione, distribuire salari, accaparrarsi finanziamenti, moltiplicare il proprio volto sulle facciate dei palazzi che si edificano. Il talento del costruttore è quello del mediatore e del rapace. Possiede la pazienza del certosino compilatore di documentazioni burocratiche, di attese interminabili, di autorizzazioni sedimentate come lente gocce di stalattiti. E poi il talento di rapace, capace di planare su terreni insospettabili sottrarli per pochi quattrini e poi serbarli sino a quando ogni loro centimetro e ogni buco divengono rivendibili a prezzi esponenziali. L'imprenditore rapace sa come usare becco e artigli. Le banche italiane sanno accordare ai costruttori il massimo credito, diciamo che le banche italiane sembrano edificate per i costruttori. E quando proprio non ha meriti e le case che costruirà non bastano come garanzie, ci sarà sempre qualche buon amico che garantirà per lui. La concretezza del cemento e dei mattoni è l'unica vera materialità che le banche italiane conoscono. Ricerca, laboratorio, agricoltura, artigianato, i direttori di banca li immaginano come territori vaporosi, iperurani senza presenza di gravità. Stanze, piani, piastrelle, prese del telefono e della corrente, queste le uniche concretezze che riconoscono. Io so e ho le prove. So come è stata costruita mezz'Italia. E più di mezza. Conosco le mani, le dita, i progetti. E la sabbia. La sabbia che ha tirato su palazzi e grattacieli. Quartieri, parchi, ville. A Castelvolturno nessuno dimentica le file infinite dei camion che depredavano il Volturno della sua sabbia. Camion in fila, che attraversavano le terre costeggiate da contadini che mai avevano visto questi mammut di ferro e gomma. Erano riusciti a rimanere, a resistere senza emigrare e sotto i loro occhi gli portavano via tutto. Ora quella sabbia è nelle pareti dei condomini abruzzesi, nei palazzi di Varese, Asiago, Genova. Ora non è più il fiume che va al mare, ma il mare che entra nel fiume. Ora nel Volturno si pescano le spigole, e i contadini non ci sono più. Senza terra hanno iniziato ad allevare le bufale, dopo le bufale hanno messo su piccole imprese edili assumendo giovani nigeriani e sudafricani sottratti ai lavori stagionali, e quando non si sono consorziati con le imprese dei clan hanno incontrato la morte precoce. Io so e ho le prove. Le ditte d'estrazione vengono autorizzate a sottrarre quantità minime, e in realtà mordono e divorano intere montagne. Montagne e colline sbriciolate e impastate nel cemento finiscono ovunque. Da Tenerife a Sassuolo. La deportazione delle cose ha seguito quella degli uomini. In una trattoria di San Felice a Cancello, ho incontrato don Salvatore, vecchio mastro. Una specie di salma ambulante, non aveva più di cinquantanni, ma ne dimostrava ottanta. Mi ha raccontato che per dieci anni ha avuto il compito di smistare nelle impastatrici le polveri di smaltimento fumi. Con la mediazione delle ditte dei clan lo smaltimento occultato nel cemento è divenuta la forza che permette alle imprese di presentarsi alle gare d'appalto con prezzi da manodopera cinese. Ora garage, pareti e pianerottoli hanno nel loro petto i veleni. Non accadrà nulla sin quando qualche operaio, magari maghrebino, inalerà le polveri crepando qualche anno dopo e incolperà la malasorte per il suo cancro. Io so e ho le prove. Gli imprenditori italiani vincenti provengono dal cemento. Loro stessi sono parte del ciclo del cemento. Io so che prima di trasformarsi in uomini di fotomodelle, in manager da barca, in assalitori di gruppi finanziari, in acquirenti di quotidiani, prima di tutto questo e dietro tutto questo c'è il cemento, le ditte in subappalto, la sabbia, il pietrisco, i camioncini zeppi di operai che lavorano di notte e scompaiono al mattino, le impalcature marce, le assicurazioni fasulle. Lo spessore delle pareti è ciò su cui poggiano i trascinatori dell'economia italiana. La costituzione dovrebbe mutare. Scrivere che si fonda sul cemento e sui costruttori. Sono loro i padri. Non Ferruccio Parri, non Luigi Einaudi, non Pietro Nenni, non il comandante Valerio. Furono i palazzinari a tirare per lo scalpo l'Italia affossata dal crac Sindona e dalla condanna senza appello del Fondo Monetario Internazionale. Cementifici, appalti, palazzi e quotidiani.
    Nell'edilizia finiscono gli affiliati al giro di boa. Dopo che si fa una carriera da killer, da estorsore o da palo, §i finisce nell'edilizia o a raccogliere spazzatura. Piuttosto che filmati e conferenze a scuola, potrebbe essere interessante prendere i nuovi affiliati e portarli a fare un giro per cantieri mostrando il destino che li attende. Se galera e morte dovessero risparmiarli staranno su un cantiere, invecchiando e scatarrando sangue e calce. Mentre imprenditori e affaristi che i boss credevano di gestire avranno committenze milionarie. Di lavoro si muore. In continuazione. La velocità di costruzioni, la necessità di risparmiare su ogni tipo di sicurezza e su ogni rispetto d'orario. Turni disumani nove-dodici ore al giorno compreso sabato e domenica. Cento euro a settimana la paga con lo straordinario notturno e domenicale di cinquanta euro ogni dieci ore. I più giovani se ne fanno anche quindici. Magari tirando coca. Quando si muore nei cantieri, si avvia un meccanismo collaudato. Il corpo senza vita viene portato via e viene simulato un incidente stradale. Lo mettono in un'auto che poi fanno cadere in scarpate o dirupi, non dimenticando di incendiarla prima. La somma che l'assicurazione pagherà verrà girata alla famiglia come liquidazione.

    [Gomorra - Saviano]

    (The essential disturbance: In Italia)
    ? anKor at : 16:14:00 0 Commenti

    martedì, giugno 03, 2008


    ...che noia!!!!...
    non sprecate il nostro incommensurabile genio;
    non ti è mai accaduto di essere catapultato
    in un'attività lavorativa di cui non te ne può fregare di meno?
    Così stanno le cose:
    quando io e robi (la mia dolce metà)
    eravamo tristi e soli nel nostro dolore
    della perdita per un aborto terapeutico
    le nostre attività lavorative erano luminose
    e soddisfacenti...
    ora che la pancia è giunta all'ottavo mese
    e dire che siamo colmi di felicità
    è dire poco...
    sia io
    che lei
    siamo legati mani e piedi
    a lavori da scimmietta
    ripetitivi
    e noiosi
    che neanche puoi immaginare...
    certo
    sicuramente meglio così...
    se devo scecgliere
    però
    otto ore di noia allo stato puro
    è pesante...
    io risolvo problemi per svariati clienti
    senza metterci nè l'entusiasmo
    ne la voglia
    ne l'interesse...
    mi manca da morire C#
    e tutto l'ambito .net,
    ne ho parlato in alto
    e anche in basso,
    ma sapete come vanno 'ste cose...
    mi metteranno su questo linguaggio
    quando sarà più che obsoleto...
    ho il pane ,
    ma non ho i denti...
    vi prego grandi capi caponi
    della multinazionale
    non sprecate
    il nostro incommensurabile genio!!!?!?
    Il computer che utilizzo in azienda
    finalmente è una potenza...
    ma è un spreco
    è come ascoltare Albano e Romina
    nell'autoradio nuovo delle Pioneer...

    ora scappo
    c'abbiamo il corso pre-parto!

    (The essential disturbance: mammenellarete + lamammaperfetta)
    ? anKor at : 17:46:00 0 Commenti